
Sembra che nessuno al giorno d’oggi sia più disposto a fare le cose per nulla!
Sia chiaro, noi non siamo di quelli che quando agiscono hanno sempre un secondo fine, di quelli che fanno le cose solo se vedono la possibilità di un contraccambio, di quelli che fingono di essere attaccati o interessati, ma poi scopri che a loro interessa solo di trarre un qualche vantaggio.
Noi non siamo così: se fossimo così saremmo dei poveri uomini.
Eppure chi di noi può dire di essere disposto, di questi tempi, a fare le cose solo per il gusto di farle? Le cose le facciamo se hanno una utilità, se producono qualcosa, se arrecano vantaggio a qualcuno.
È troppo poco il tempo che abbiamo a disposizione, tra un ritaglio d’impegno e l’altro, per poterci dedicare in totale gratuità a qualcosa che non abbia nessuna immediata utilità. Sono troppo poche le risorse di cui possiamo avvalerci perché esse siano dissipate in occupazioni inutili, che non abbiano cioè nessuna ricaduta in termini di risultati e di guadagni.
Senza accorgercene, abbiamo fatto nostra la logica del mercante secondo cui una cosa vale solo se produce, solo se è merce di scambio, e a questa logica abbiamo aperto tutte le porte possibili lasciando che essa governi non solo sulle dinamiche della vita pubblica, ma anche su quelle della nostra vita privata.
Per rendersene conto è sufficiente guardarsi intorno.
Abbiamo perso la dimensione dello stare insieme per il gusto di stare insieme, abbiamo perso la gioia delle amicizie gratuite per inseguire relazioni solo funzionali, abbiamo perso la spensieratezza del giocare insieme con i nostri figli perché ci sono delle cose più importanti e più urgenti a cui pensare, abbiamo perso il fascino dei momenti contemplativi in cui fermarci semplicemente a guardare, un’immagine, un tramonto, un volto, un cielo stellato, con il desiderio solo di lasciarci emozionare.
Abbiamo perso l’incanto di una musica da ascoltare, di un libro da leggere, di un silenzio da custodire.
Ebbene il Signore oggi ci dice: se volete essere miei discepoli dovete mettere da parte la logica del mercante, dovete diventare servi inutili, ovvero servi che non cercano il loro utile, servi che non pretendono risultati, servi che non sono ossessionati dal dover raggiungere un obiettivo.
Quando agite, quando operate, quando vi mettete al servizio degli altri, fatelo senza chiedere nulla in cambio, dice Gesù, in totale gratuità.
Perché? Perché Dio ha fatto così con voi.
Vi ha creato, ma non vi ha creato per riceverne in cambio riconoscenza e gratitudine; vi ha dato la vita, ma non ve l’ha data perché voi foste utili al suo progetto, vi ha coperto di benedizioni e vi ha accompagnato con la sua grazia, ma non con l’intenzione di trarne un qualche vantaggio per sé.
Se vi ha creato, se vi ha donato la vita, se vi ha riempito dei suoi doni è unicamente perché vi vuole bene e perché non può fare a meno di amarvi.
Ecco, dice Gesù, voi dovete fare quel che Dio ha fatto con voi, dovete comportarvi allo stesso modo di colui che servite come maestro e Signore.
Se tutto Dio ha fatto per amore vostro e delle sue creature, e non per un tornaconto personale o in funzione di un traguardo da raggiungere, anche voi tutto fate per amore delle persone che incontrate sul vostro cammino.
Se Dio vi ha amato senza pretendere nulla da voi, lasciandovi liberi di scegliere il vostro destino, così fate anche voi. Non pretendete nulla, non obbligate nessuno, non rivendicate nessun diritto sulle persone, perché chi ama non rivendica diritti, chi ama crea, semmai, appartenenze.
Se Dio vi ha voluto bene per ciò che siete, accettando anche le vostre fragilità e le vostre brutture, se Dio riconosce in voi, che non siete nulla, un capolavoro al quale affezionarsi e per il quale provare ammirazione e stupore, anche voi fate lo stesso. Amate gli uomini e le donne che incontrate per quello che sono, volete loro bene nonostante i loro difetti e le loro intemperanze e sappiate riconoscere la loro bellezza anche quando si cela dietro l’apparenza di una vita senza pregi e senza interesse.
Tutto ciò che fate fatelo perché è l’amore che vi spinge: solo così sarete davvero servi del regno di Dio.