
«Cura» (del Creato, della dignità della persona, del bene comune) è la parola-chiave del Messaggio del Papa per la 54esima Giornata mondiale della pace (1 gennaio), dal titolo “La cultura della cura come percorso di pace“.
Lo scritto di papa Francesco arriva in un momento particolare della nostra vita: un momento segnato dal disorientamento e dalla paura per via della pandemia che ci ha colpito, ma anche dalla consapevolezza che qualcosa di profondo deve cambiare in noi e nel modo con cui affrontiamo la realtà. Abbiamo vissuto un’esistenza costruita sul principio dell’efficienza e dell’affermazione di sé, dimenticandoci le cose essenziali, tra cui ciò a cui tutti siamo chiamati, che è proprio la cura.
L’immagine che Papa Francesco propone come esempio da seguire è quella del “buon samaritano.” Il buon samaritano è colui che si china sull’uomo ferito, medica le sue piaghe e si prende cura di lui.
Niente è più efficace di ciò che Gesù descrive in questa parabola per esprimere con efficacia che cosa voglia dire “dare cura“: il buon samaritano è figura di tutti coloro che lasciano prevalere l’amore sull’egoismo, la comunione sull’individualismo, il bene dell’altro sui propri interessi personali.
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