
«Come attraversiamo il tempo che viviamo, noi discepoli del Signore?»: si apre con questa domanda la Lettera pastorale 2021-22 che l’Arcivescovo di Milano, mons. Mario Delpini indirizza alle comunità della Diocesi. Il titolo: Unita, libera, lieta. La grazia e la responsabilità di essere Chiesa.
Partendo come è inevitabile che sia dalla situazione pandemica nella quale ancora ci si trova, monsignor Delpini suggerisce anzitutto alcuni “percorsi di sapienza”: imparare a pregare, a pensare, a sperare oltre la morte, a prendersi cura. e a questi aggiunge : «In questo tempo di prova e di grazia la Proposta pastorale intende convocare la comunità cristiana perché sia un segno che aiuta la fede e la speranza, proponendo il volto di una Chiesa unita, libera e lieta come la vuole il nostro Signore e Maestro Gesù».
Che cosa significa essere una Chiesa unita, libera e lieta, e che cosa implica accogliere o tradire questa responsabilità?
Della chiamata all’unità l’Arcivescovo sottolinea soprattutto gli aspetti della reciprocità e della coralità. «Non siamo ingenui – avverte -: le tentazioni di protagonismo, di rivalità, di invidia, di scarsa stima vicendevole sono sempre presenti e seducenti. (…).
Per quel che riguarda il secondo aggettivo, libera, l’Arcivescovo scrive: «La Chiesa è libera quando accoglie il dono del Figlio di Dio; è lui che ci fa liberi davvero; liberi dalla compiacenza verso il mondo, liberi dalla ricerca di un consenso che ci rende inautentici; liberi di vivere il Vangelo in ogni circostanza della vita, anche avversa o difficile; liberi di promuovere la fraternità universale, liberi di vivere e annunciare il Vangelo della famiglia»
Terzo aggettivo: le comunità cristiane anche il compito di testimoniare la gioia; e qui l’Arcivescovo richiama alcuni punti salienti del pensiero di papa Francesco . La gioia è l’esito felice di una vita abitata dallo Spirito …
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