
Oggi tutti parlano di riforme: riforma della politica, riforma della scuola, riforma della società, riforma della Chiesa. La verità è che, a dispetto di tutto questo parlare di riforme, le cose sembrano rimanere sempre le stesse.
La politica rimane sempre la stessa, con le sue ipocrisie e le sue meschinità. La scuola rimane sempre la stessa, la Chiesa rimane sempre la stessa. E le cose non cambiano se parliamo della società.
Come mai le cose non cambiano?
Come mai ai nostri proclami di riforme non corrispondono reali cambiamenti nella vita reale? Il motivo è che, forse, noi non avvertiamo davvero l’urgenza di dover cambiare. Cambiare, forse, non è davvero una necessità imprescindibile per noi e questo per un motivo molto semplice: perché noi tutto sommato viviamo bene e i problemi non ci toccano realmente…
A livello teorico, sì! I problemi li avvertiamo e sappiamo di doverli affrontare mettendo in atto dei cambiamenti: sappiamo, ad esempio, che se non saremo capaci di gestire in maniera più accorta e responsabile le risorse del creato il rischio che corriamo è che il mondo ci esploda tra le mani. Sappiamo che senza una politica che miri ad ottenere pace e giustizia per tutti il mondo diverrà ben presto insicuro e invivibile. Ma fintanto che queste cose non ci toccano, fintanto che la guerra non bussa alla nostra porta, fintanto che gli sconvolgimenti climatici non devastano le nostre città, perché dovremmo darci da fare per cambiare?
Ora, perché vi ho parlato di riforme?
Perché oggi è il Vangelo stesso a dirci ci dice che dobbiamo mettere in atto una riforma radicale e profonda, ed è il Vangelo stesso a dirci che questa riforma non è opzionale, ma necessaria. Necessaria e non prorogabile!
Se vogliamo, s’intende, evitare il peggio….
L’immagine che il Vangelo usa e brutale, giusto per darci un’idea: “la scure è già posta alla radice degli alberi e ogni albero che non dà buon frutto verrà tagliato e gettato nel fuoco”.
Ma come dovrà essere questa riforma se si vorrà che essa sia realmente risolutiva? Anzitutto, dice Giovanni il battista, non dovrà essere una riforma solo di parole, dovrà essere una riforma di fatti: non una riforma affidata a buone intenzioni e promesse verbali, ma una riforma fatta di opere concrete e di scelte coraggiose. Basta parlare di riforme, le riforme vanno realizzate.
Secondo: in questa riforma promossa dal Vangelo, attraverso le parole risolute di Giovanni, tutti dovranno fare la loro parte. Il soldato dovrà fare la sua parte, l’uomo anonimo della folla dovrà fare la sua parte, il pubblicano dovrà fare la sua parte. Non può esserci una riforma generalizzata, una riforma che è di tutti e di nessuno. Perché ci sia una riforma bisogna che ognuno incominci ad attuarla nella propria vita. Bisogna che ciascuno, il bambino, l’adulto, l’operaio, il direttore d’azienda, bisogna che ciascuno si domandi: cosa devo fare io perché il mondo cambi e diventi più vivibile?
Terzo. Avete sentito cosa dice Giovanni alle folle che gli domandavano: che cosa dobbiamo fare? Chi ha due tuniche ne dia a chi non ne ha e chi ha da mangiare faccia altrettanto. E avete sentito che cosa Giovanni dice ai pubblicani e ai soldati: non esigete nulla di più di quanto vi è stato fissato, non maltrattate e non estorcete nulla.
Non voglio entrare nel merito di ciascuna di queste risposte, ma se notate bene c’è qualcosa che le unifica tutte, che fa da comune denominatore, ed è il fatto che Giovanni il battista non chiede ai suoi interlocutori di cambiare il sistema, ma di essere più umani nel vivere la propria vita.
Essere più umani, più rispettosi, più generosi, più attenti, più cordiali, questo è il segreto di una riforma capace di cambiare il mondo.
E non vi sembri poco: queste parole di Giovanni, infatti, vengono da Dio. Nel Vangelo si dice che la parola di Dio accadde su Giovanni battista.
Che cosa significa?
Che le parole che Giovanni dice sono parole di profeta, sono parole di uno che parla nel nome di Dio, parole di uno il cui unico desiderio è che si compia la volontà di Dio.
Cari amici di IV elementare, ora mi rivolgo in particolare a voi. Anche voi, sapete, nel vostro piccolo avete una parte importante da giocare in questa grande e urgente riforma del mondo. Anche voi siete chiamati a darvi da fare per rendere il mondo in cui tutti viviamo più umano e vivibile.
E come potrete riuscirci?
Oggi, cari ragazzi, voi riceverete la preghiera del Padre nostro, è la preghiera di Gesù, la preghiera del Figlio. Ogni volta che la reciterete voi saprete che gli occhi con cui Dio vi guarda sono quelli di un Padre, un padre affettuoso e misericordioso. E saprete che tutto quel che Dio fa per voi lo fa perché vi vuole bene e desidera che voi stiate bene.
Ecco se volete rendere il mondo più umano e vivibile dovrete imparare a guardare il mondo, gli altri, la vita, con gli stessi occhi con cui Dio ha guardato e guarda voi, con la stessa tenerezza, con la stessa misericordia, con lo stesso desiderio di bene.
Solo così la riforma del mondo sarà una possibilità reale e non sarà l’ennesima promessa non mantenuta.