Cammino formativo Giovani e Adulti

Siate sempre pronti a rispondere a chiunque vi domandi ragione della speranza che è in voi.

1 Pietro 3,15

Sapere e pensare la fede …

Il compito educativo della Chiesa non si esaurisce con il generare la fede nei primi anni dell’esistenza o con l’accompagnare i ragazzi nel tempo della loro crescita mostrando loro la bellezza del vangelo, suo compito è anche quello di provvedere a sostenere, rigenerare, qualificare e confermare la fede di chi, già introdotto alla fede, si trova a dover lottare con l’abitudine che spegne l’entusiasmo, con il dubbio che avvelena la mente, con la stanchezza che appesantisce la volontà e con la persistente tentazione dell’approssimazione che rende vulnerabili e ottusi.

In quest’ottica, non è sbagliato che la Chiesa si impegni ad educare ad una fede capace di attingere di continuo al sapere della rivelazione: una fede senza tale sapere è una fede sradicata, a forte rischio di soggettività (e lo sappiamo che una fede così ha spesso come approdo l’ideologia) e a forte rischio di superficialità (qui l’approdo è l’evanescenza …).

Occorre anche che la Chiesa si impegni nel favorire una fede che non disdegni la fatica della ricerca, della riflessione e del pensiero. Certo, quello del pensare è oggi giorno un esercizio poco praticato, non solo nell’ambito della fede, e si capisce bene il perché: i problemi vanno risolti, subito e in modo efficace, questo dice il comune sentire. A che scopo trattenersi a lungo su di essi, a che scopo mettere in discussione continuamente le soluzione prese, a che scopo indagare possibilità alternative quando non servono, a che scopo ritornare su questioni già archiviate riesaminando i dati disponibili all’infinito solo per il gusto di tentare approcci diversi. Si dice che pensare è una fatica inutile: inutile e spesso corrosiva dal momento che distoglie dall’obiettivo, complica anziché risolvere e prolunga i tempi esasperando gli animi. La gente vuole soluzioni, non nodi complicati da sciogliere, vuole risultati istantanei non logoranti lungaggini, sicurezze e chiarezza non indeterminatezza e giudizi sospesi. Nessuno nega che il pensiero sia faticoso, né che a volte possa sembrare un’inutile complicazione, ma questo non significa che non sia importante. Anzi diciamolo, il pensare della fede è condizione imprescindibile senza la quale difficilmente la fede potrebbe all’altezza del compito che si prefigge: quello di sostenere e fondare il cammino dell’uomo.

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