Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me e io in lui, fa molto frutto, perché senza di me non potete far nulla
Giovanni 15, 5
Il discepolo: uno che rimane con Gesù
Diamo una sbirciatina alla carta d’identità dei discepoli di Gesù. Dunque, vediamo: c’è il nome, il cognome… Ovvio, in tutte le carte d’identità c’è il nome e il cognome. E poi cosa c’è? Dunque…, questa è la data di nascita, o guarda, c’è persino il colore degli occhi. E questa voce che cos’è? Non c’è nella carta d’identità degli altri. Deve essere una cosa caratteristica dei discepoli di Gesù. Dice così: “è di quelli che rimangono con Gesù”.
Forse può passare inosservata, ma questa voce è la più importante se volete sapere chi è davvero un discepolo di Gesù: discepolo di Gesù è uno che rimane con lui. Non è l’altezza, o la lingua, o l’età, o la provenienza a renderci discepoli di Gesù, ma la nostra capacità di rimanere con Lui e di rimanervi fino alla fine, la nostra capacità di stare con Lui e di seguirlo nel cammino verso la Pasqua.
Ma che cosa vuol dire camminare con Gesù verso la Pasqua? Lo scopriremo insieme, di settimana in settimana, di domenica in domenica, vivendo insieme e con impegno il cammino della Quaresima.
La carta d’identità del discepolo
Ad ogni bambino verrà consegnata a inizio Quaresima una carta d’identità del discepolo. Oltre allo spazio dei dati personali che dovrà essere compilato e personalizzato, i ragazzi troveranno, una dopo l’altra, le sei tappe del cammino quaresimale, con il tema che le identifica e un versetto che rimanda al brano evangelico ascoltato durante la liturgia domenicale.
Ad ogni tappa è associata una figurina che i ragazzi riceveranno alla fine della messa domenicale e che poi dovranno attaccare sulla carta d’identità. Solo chi avrà compiuto tutto il cammino potrà dire di essere un vero discepolo di Gesù, uno che rimane con lui fino alla fine …
Itinerario quaresimale

Prima domenica di Quaresima
Rimani con Gesù per resistere alla tentazione
1Allora Gesù fu condotto dallo Spirito nel deserto per esser tentato dal diavolo. 2E dopo aver digiunato quaranta giorni e quaranta notti, ebbe fame. 3Il tentatore allora gli si accostò e gli disse: «Se sei Figlio di Dio, dì che questi sassi diventino pane». 4Ma egli rispose: «Sta scritto: non di solo pane vivrà l’uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio». 5Allora il diavolo lo condusse con sé nella città santa, lo depose sul pinnacolo del tempio 6e gli disse: «Se sei Figlio di Dio, gettati giù, poiché sta scritto: ai suoi angeli darà ordini a tuo riguardo, ed essi ti sorreggeranno con le loro mani, perché non abbia a urtare contro un sasso il tuo piede». 7Gesù gli rispose: «Sta scritto anche: non tentare il Signore Dio tuo». 8Di nuovo il diavolo lo condusse con sé sopra un monte altissimo e gli mostrò tutti i regni del mondo con la loro gloria e gli disse:9«Tutte queste cose io ti darò, se, prostrandoti, mi adorerai». 10Ma Gesù gli rispose: «Vattene, satana! Sta scritto: adora il Signore Dio tuo e a lui solo rendi culto». 11Allora il diavolo lo lasciò ed ecco angeli gli si accostarono e lo servivano.
Matteo 4,1-11
La Parola del Papa
Il Vangelo di questa prima domenica di Quaresima narra l’esperienza delle tentazioni di Gesù nel deserto. Dopo aver digiunato per quaranta giorni, Gesù è tentato tre volte dal diavolo. Costui prima lo invita a trasformare una pietra in pane; poi gli mostra dall’alto i regni della terra e gli prospetta di diventare un messia potente e glorioso; infine, lo conduce sul punto più alto del tempio di Gerusalemme e lo invita a buttarsi giù, per manifestare in maniera spettacolare la sua potenza divina. Le tre tentazioni indicano tre strade che il mondo sempre propone promettendo grandi successi, tre strade per ingannarci: l’avidità di possesso – avere, avere, avere –, la gloria umana e la strumentalizzazione di Dio. Sono tre strade che ci porteranno alla rovina
Dai uno sguardo alla vita
Le tentazioni vissute da Gesù sono le stesse tentazioni che viviamo anche noi… la fame è qualcosa che colpisce tutti, non solo fame di pane, che serve per la sopravvivenza, ma di mille cose superflue nelle quali ci rifugiamo e nelle quali è riposta la nostra sicurezza. O la fame di potere, di notorietà che spesso che esprimiamo anche nei social, alla ricerca di followers che ci apprezzino… spesso cerchiamo Dio per convenienza e pretendiamo che risolvi tutti i nostri problemi e così mettiamo anche noi Dio alla prova.
Quali sono le tue tentazioni? Quali sono le cose a cui non riesci a rinunciare?
Preghiera
Dio, tu mi conduci nel deserto, dove la vita è difficile, dove domina il dubbio, dove regna l’oscurità, dove mi manchi tu. Il deserto è un passaggio per chi ti ha scelto, un passaggio per chi ti ama, un passaggio necessario alla vita, un passaggio che mette alla prova. Tu mi dai la prova, ma anche la forza di superarla. Mi dai il deserto, ma anche la forza di proseguire. Ho paura del deserto, ho paura di mancare, ho paura di abbandonarti. È facile sentirti nella gioia, è semplice scoprirti nella natura, è difficile amarti nel deserto. Nella notte del dolore, nell’oscurità del dubbio, nel deserto della vita non farmi dubitare di te. Non ti chiedo di liberarmi dal deserto, ma di aiutarmi a camminare con te. Non ti prego di togliermi il deserto, ma di farmi camminare verso te. Amen

SECONDA domenica di Quaresima
Rimani con Gesù per adorare il Padre
Gli replicò la donna: «Signore, vedo che tu sei un profeta. I nostri padri han-no adorato Dio sopra questo monte e voi dite che è Gerusalemme il luogo in cui bisogna adorare». Gesù le dice: «Credimi, donna, è giunto il momento in cui né su questo monte, né in Gerusalemme adorerete il Padre. Voi adorate quel che non conoscete, noi adoriamo quello che conosciamo, perché la salvez-za viene dai Giudei. Ma è giunto il momento, ed è questo, in cui i veri adora-tori adoreranno il Padre in spirito e verità; perché il Padre cerca tali adora-tori. Dio è spirito, e quelli che lo adorano devono adorarlo in spirito e verità». Gli rispose la donna: «So che deve venire il Messia chiamato il Cristo: quan-do egli verrà, ci annunzierà ogni cosa» Le disse Gesù: «Sono io, che parlo con te». In quel momento giunsero i suoi discepoli e si meravigliarono che parlasse con una donna. Nessuno tuttavia disse:«Che cosa cerchi?», o «Di che cosa parli con lei?». La donna intanto lasciò la sua anfora, andò in città e disse alla gente: «Venite a vedere un uomo che mi ha detto tutto quello che ho fatto. Che sia lui il Cristo?».
La Parola del Papa
Il Vangelo di oggi ci presenta l’incontro di Gesù con la donna samaritana, avvenuto a Sicar, presso un antico pozzo dove la donna si recava ogni giorno per attingere acqua. Quel giorno, vi trovò Gesù, seduto, «affaticato per il viaggio» (Gv 4,6). Egli subito le dice: «Dammi da bere» (v. 7). In questo modo supera le barriere di ostilità che esistevano tra giudei e samaritani e rompe gli schemi del pregiudizio nei confronti delle donne. La semplice richiesta di Gesù è l’inizio di un dialogo schietto, mediante il quale Lui, con grande delicatezza, entra nel mondo interiore di una persona alla quale, secondo gli schemi sociali, non avrebbe dovuto nemmeno rivolgere la parola. Ma Gesù lo fa! Gesù non ha paura. Gesù quando vede una persona va avanti, perché ama. Ci ama tutti. Non si ferma mai davanti ad una persona per pregiudizi. Gesù la pone davanti alla sua situazione, non giudicandola ma facendola sentire considerata, riconosciuta, e suscitando così in lei il desiderio di andare oltre la routine quotidiana.
Dai uno sguardo alla vita
Il Padre è alla ricerca di «veri adoratori», non si aspetta dai suoi figli grandi cerimonie, celebrazioni solenni, incensi e processioni. Ciò che desidera sono dei cuori semplici che lo adorino «in spirito e verità».
«Adorare il Padre in spirito» significa seguire i passi di Gesù e, come lui, lasciarci condurre dallo Spirito del Padre, che invia sempre agli ultimi. Significa imparare a essere misericordiosi come lo è il Padre. Gesù lo dice chiaramente: «Dio è spirito, e quelli che lo adorano devono adorare in spirito». Dio è amore, perdono, tenerezza, alito vivificante… e quelli che lo adorano devono somigliargli.
«Adorare il Padre in verità» significa vivere nella verità, fare costantemente ritorno alla verità del vangelo, essere fedeli alla verità di Gesù senza chiuderci nelle nostre menzogne. Dopo venti secoli di cristianesimo, abbiamo imparato a rendere un culto vero a Dio? Possiamo dire di essere veri adoratori che cerca il Padre?
Preghiera
Signore, quando ho fame, dammi qualcuno che ha bisogno di cibo, quando ho sete mandami qualcuno che ha bisogno di una bevanda Quando ho freddo mandami qualcuno da scaldare
quando ho un dispiacere, offrimi qualcuno da consolare;
quando la mia croce diventa pesante, fammi condividere la croce di un altro;
quando sono povero guidami da qualcuno nel bisogno quando non ho tempo, dammi qualcuno che io possa aiutare
per qualche momento;
quando sono umiliato, fa che io abbia qualcuno da lodare; quando sono scoraggiato, mandami qualcuno da incoraggiare; quando ho bisogno della comprensione degli altri,
dammi qualcuno che ha bisogno della mia;
quando ho bisogno che ci si occupi di me, mandami qualcuno di cui occuparmi; quando penso solo a me stesso, attira la mia attenzione su un’altra persona.

terza domenica di Quaresima
Rimani con Gesù per diventare libero
Gesù allora disse a quei Giudei che gli avevano creduto: «Se rimanete nella mia parola, siete davve- ro miei discepoli; conoscerete la verità e la verità vi farà liberi».
Gli risposero: «Noi siamo discendenti di Abramo e non siamo mai stati schiavi di nessuno. Come puoi dire: “Diventerete liberi”?».
Gesù rispose loro: «In verità, in verità io vi dico: chiunque commette il peccato è schiavo del pecca- to. Ora, lo schiavo non resta per sempre nella casa; il figlio vi resta per sempre. Se dunque il Figlio vi farà liberi, sarete liberi davvero. So che siete discen- denti di Abramo. Ma intanto cercate di uccidermi perché la mia parola non trova accoglienza in voi. Io dico quello che ho visto presso il Padre; anche voi dunque fate quello che avete ascoltato dal padre vostro».
La Parola del Papa
La libertà guidata dall’amore è l’unica che rende liberi gli altri e noi stessi, che sa ascoltare senza imporre, che sa voler bene senza costringere, che edifica e non distrugge, che non sfrutta gli altri per i propri comodi e fa loro del bene senza ricercare il proprio utile. Insomma, se la libertà non è a servizio – questo è il test – se la libertà non è a servizio del bene rischia di essere sterile e non portare frutto. Invece, la libertà animata dall’amore conduce verso i poveri, riconoscendo nei loro volti quello di Cristo.
Dai uno sguardo alla vita
Gesù parla con autorità nel tempio, perciò molti Giudei gli si avvicinano e credono in lui.
Ma Gesù non si accontenta di un sostegno superficiale, vuole degli amici veri: ecco perché provoca quelli “che avevano creduto in lui”.
Chiede perseveranza, fedeltà e verità a chi lo segue.
In questa amicizia impegnativa e autentica, i discepoli hanno l’occasione di conoscere non solo la Verità del Padre, ma anche i loro bisogni profondi, le loro mancanze, il loro peccato.
La parola di Gesù ci mette a nudo. E allora cerchiamo scuse, neghiamo l’evidenza, ci nascondiamo dietro le nostre convinzioni: «No, Gesù, ti sbagli: io non ho bisogno di te».
Eppure la verità è che solo il rapporto con il Padre ci rende liberi, e solo Gesù può presentarci a lui come suoi fratelli.
Preghiera
Cristo, mio redentore.
Sono libero quando accetto la libertà degli altri.
Sono libero quando riesco ad essere persona.
Sono libero quando non credo nell’impossibile.
Sono libero se la mia unica legge è l’amore.
Sono libero quando credo che Dio è più grande del mio peccato.
Sono libero quando solo l’amore riesce a incantarmi.
Sono libero se mi accorgo che ho bisogno degli altri.
Sono libero quando sono capace di ricevere la felicità che mi regalano gli altri.
Sono libero se solo la verità può farmi cambiare strada.
Sono libero se posso rinunciare ai miei diritti.
Sono libero quando amo il bene del mio prossimo più della mia stessa libertà.

quarta domenica di Quaresima
Rimani con Gesù per vedere di nuovo
Finché io sono nel mondo, sono la luce del mondo». Detto questo, sputò per terra, fece del fango con la saliva, spalmò il fango sugli occhi del cieco e gli disse: «Va’ a lavarti nella piscina di Sìloe» – che significa Inviato. Quegli andò, si lavò e tornò che ci vedeva. Allora i vicini e quelli che lo avevano visto prima, perché era un mendicante, dicevano: «Non è lui quello che stava seduto a chiedere l’elemosina?». Alcuni dicevano: «È lui»; altri dicevano: «No, ma è uno che gli assomiglia». Ed egli diceva: «Sono io!». Allora gli domandarono: «In che modo ti sono stati aperti gli occhi?». Egli rispose: «L’uomo che si chiama Gesù ha fatto del fango, mi ha spalmato gli occhi e mi ha detto: «Va’ a Sìloe e làvati!». Io sono andato, mi sono lavato e ho acquistato la vista»
La Parola del Papa
La nostra vita a volte è simile a quella del cieco che si è aperto alla luce, che si è aperto a Dio, che si è aperto alla sua grazia. A volte purtroppo è un po’ come quella dei dottori della legge: dall’alto del nostro orgoglio giudichiamo gli altri, e perfino il Signore! Oggi, siamo invitati ad aprirci alla luce di Cristo per portare frutto nella nostra vita, per eliminare i comportamenti che non sono cristiani; tutti noi siamo cristiani, ma tutti noi, tutti, alcune volte abbiamo comportamenti non cristiani, comportamenti che sono peccati. Dobbiamo pentirci di questo, eliminare questi comportamenti per camminare decisamente sulla via della santità. Anche noi infatti siamo stati “illuminati” da Cristo , affinché, come ci ricorda san Paolo, possiamo comportarci come «figli della luce» (Ef 5,8), con umiltà, pazienza, misericordia.
Dai uno sguardo alla vita
Vedere con il cuore è vedere il mondo e i nostri fratelli attraverso lo sguardo di Dio. Gesù ci invita a rinnovare il nostro modo di vedere le persone e le cose. Ci propone una visione sempre nuova delle nostre relazioni con gli altri, in particolare in famiglia, della nostra fragilità umana, della malattia e della morte. Ci invita a vedere tutto questo con lo sguardo di Dio! La fede non è un insieme di cose da credere, e nemmeno un insieme di tradizioni da accogliere, ma un legame e un cammino alla sequela di Gesù, che rinnova il nostro modo di vedere il mondo e dei fratelli. Sull’esempio del cieco nato anche noi – afferma ancora il Papa – siamo chiamati a testimoniare Gesù nella nostra vita con lo stile dell’accoglienza e dell’amore fraterno”
Preghiera
Signore, Dio nostro,
tu sei mistero inaccessibile,
tu abiti una luce eterna,
che nessuno poté contemplare,se non il tuo Figlio, che ce l’ha rivelata dall’alto della croce.
Donaci di penetrare
nel mistero di Gesù,
così da poter conoscere qualcosa di te, nella grazia dello Spirito Santo.
Donaci di penetrare
in questo mistero con pazienza, con umiltà,
convinti della nostra ignoranza,
del molto che ancora non conosciamo della tua Trinità d’amore,
del tuo progetto salvifico.

Quinta domenica di Quaresima
Rimani con Gesù per rinascere dall’alto
La Parola del Papa
Dai uno sguardo alla vita
Preghiera
