Chierichetti o ministranti…
Chierichetto sta per “piccolo chierico”. Così venivano chiamati quei simpatici ragazzi che aiutavano il sacerdote durante le celebrazioni liturgiche. E venivano chiamati così perché, vestiti con la tunica o con la veste e la cotta, a vederli sull’altare, sembravano dei piccoli chierici. Oggi per chi svolge questo servizio si preferisce utilizzare un altro termine, il termine “ministrante”. Il motivo è che “ministrante” riesce meglio a esprimere il senso della loro presenza sull’altare: i chierichetti non sono piccoli preti, ma dei piccoli servitori (“Ministrans“, in latino vuol dire colui che serve). Sono dei servitori secondo l’esempio di Gesù che non ha esitato farsi servo e che invita a fare anche noi la medesima cosa amando i nostri fratelli.
Al servizio dell’incontro
Il chierichetto, o meglio il ministrante, svolge un vero e proprio ministero liturgico (un servizio d’amore!) così come i lettori, i ministri dell’Eucarestia, i cantori… Attraverso il suo esempio, sollecita la partecipazione viva e devota dei fedeli e, ponendosi al servizio della celebrazione, con diligenza, generosità, impegno, precisione e puntualità favorisce l’incontro dell’intera comunità con il mistero di Cristo che proprio nel sacramento celebrato si rende accessibile. Essere ministranti significa amare Gesù al punto da offrirgli il proprio servizio e operare perché chiunque possa incontrarlo: tra le mura di una Chiesa, e soprattutto nella vita di tutti i giorni.
Non solo a Messa…
È per questo che il ministero del chierichetto non si riduce soltanto al servizio all’altare. È ministrante ogni ragazzo o ragazza, adolescente o giovane che abbia compreso che la Chiesa è espressione di quella sinfonia d’amore che è Dio stesso. Un ragazzo o una ragazza che sanno che Gesù è quell’amico che sa dare un colore speciale alla vita di ogni giorno vissuta nell’amore. Un ragazzo che nella vita di ogni giorno e con tutti cerca di vivere quello stile di amore che Gesù ci ha insegnato.
Fare squadra
Essere ministranti oggi è diverso rispetto al passato. Che cosa significa essere ministranti oggi? Significa scoprirsi parte di una realtà più grande nella quale siamo chiamati a far brillare la luce della gioia che nasce dal mettersi in gioco sempre, subito, con passione. È anche prendere consapevolezza dei propri doni per metterli a servizio degli altri e così crescere sempre più per diventare se stessi. Un po’ come in una squadra di calcio ognuno occupa un posto e dà il meglio di sé perché la squadra possa festeggiare un successo, così nel gruppo ministranti ognuno fa la sua parte, allenandosi sempre di più nel crescere nell’amicizia con Dio e nel servizio concreto, e contribuisce a rendere la comunità il luogo della festa e della gioia. Aiutando nel servizio all’altare il chierichetto contribuisce a rendere Gesù più vicino, in modo che le persone possano sentire e rendersi conto maggiormente che Lui è qui, che Lui è presente nel mondo, nella vita di ogni giorno, nella Chiesa e in ogni luogo.