Che cos’è l’Avvento?
L’Avvento è il tempo liturgico che ci prepara alla celebrazione del Natale. Nella tradizione ambrosiana è stato spesso chiamato “Quaresima di San Martino”, perché́ ha il suo inizio la domenica successiva all’11 novembre, data in cui si celebra la festa di San Martino, e perché si distribuisce su sei settimane, esattamente come la Quaresima, a differenza di quanto avviene nel Rito Romano dove l’Avvento ha la durata di quattro settimane.
L’Avvento di sei settimane non è però una peculiarità del rito Ambrosiano: fin verso la metà del secolo VI è testimoniato anche a Roma. Fu la riforma liturgica promossa da Papa Gregorio Magno ad accorciarne la durata dando il via ad una prassi che si è poi diffusa in tutta la Chiesa latina occidentale, fuorché nella diocesi milanese.
Quando viene il Signore?
Il significato liturgico dell’avvento nel suo aspetto più ovvio e naturale è la preparazione immediata alle festività natalizie, nelle quali la Chiesa commemora il ricordo della prima venuta di Cristo salvatore degli uomini nell’umiltà della nostra condizione umana. Tuttavia le letture bibliche proposte dalle prime settimane d’ avvento offrono alla nostra riflessione anche il tema della seconda venuta di Cristo, quando Egli tornerà nella gloria, alla fine dei tempi, e la storia degli uomini avrà i suo compimento.
Ma tra queste due venute, quella del Verbo fattosi carne che ci riporta al passato e quello del Cristo glorioso che ci proietta nel futuro, c’è un’altra venuta: ogni giorno il Signore Gesù viene nel presente della nostra vita e chiede di essere accolto. È in questo terreno che affondano le loro radici gli atteggiamenti spirituali che caratterizzano questo tempo liturgico: la vigilanza, l’attesa, la fiducia, la speranza, l’ascolto …
L’esperienza cristiana e la dimensione dell’attesa
Vigilanza, attesa, speranza non riguardano solo l’Avvento, ma tutta la vita cristiana. La vita cristiana infatti, se vuole essere veramente cristiana deve potersi definire come un lungo e interminabile avvento, come un’esistenza che ha senso proprio perché è attesa continua e fiduciosa di Cristo. Questo periodo liturgico diventa così un’occasione per ricordare a noi stessi quello che siamo: persone che vivono in attesa di Cristo, persone la cui vita non è illogica o assurda, ma orientata verso una precisa destinazione, l’incontro definitivo con il Signore nostro Salvatore, persone che sanno aprire il loro cuore perché il Signore, oggi e sempre, abiti la storia del mondo.