Nello sviluppo dell’anno liturgico la festa del Martirio di san Giovanni segna la profonda unità sussistente tra l’Antica e la Nuova Alleanza ed evidenzia contemporaneamente la nuova economia di salvezza cui, nella Chiesa, tutti gli uomini di tutti i tempi sono chiamati ad essere partecipi, “nell’attesa della beata speranza e della manifestazione della gloria del nostro grande Dio e salvatore Gesù Cristo” (Tt2,13). Fin dall’età tardo antica l’ordinamento liturgico della Chiesa milanese
prevedeva una specifica Domenica post Decollazione, caratterizzata dalla pericope evangelica poi conservatasi lungo i secoli.
Dopo la prima Domenica, che configura Giovanni quale ultimo profeta dell’Antica Alleanza inviato a rendere direttamente testimonianza all’adempimento delle promesse di Dio a Israele, l’ordinamento delle letture viene sviluppando nelle Domeniche immediatamente successive una serie di temi d’ordine cristologico, che evolvono in senso ecclesiologico con l’approssimarsi della Domenica della Dedicazione: si va dal mistero del Cristo Unigenito del Padre, alla sua presenza permanente
nella Chiesa quale Pane di Vita, ai suoi comandi sintetizzati nel precetto dell’amore, alla diffusione del suo annuncio di salvezza tramite i suoi inviati, al riflesso del regno presente nella comunità dei credenti in lui.