
Ciò che il testo biblico mette in evidenza è che l’uomo e la donna devono diventare una carne sola: è questo l’unico modo che l’uomo ha di vivere quella relazione che sola gli permette di sottrarsi alla solitudine mortale. Ma diventare una “carne sola” che cosa vuol dire? Vuol dire fondersi in un unicum indifferenziato, eliminando le differenze? Vuol dire incastrarsi l’uno nell’altra in modo simbiotico, così da costituirsi in un’unità funzionale? Diventare una “carne sola” vuol dire unire le proprie alterità perché siano l’una per l’altra, dove quel per è precisamente ciò che fa la differenza: non l’uno nell’altra o l’uno con l’altra, ma l’uno per l’altra. Il “per” è il segno di un’unità che non elimina le differenze, ma le potenzia; è il segno di un’unità che in cui le verità di ciascuno sono rispettate, è il segno di un’unità nella quale vibra la potenza vitale dell’amore. L’invito che Dio rivolge ad Adamo e d Eva è la traccia di un cammino che ci coinvolge tutti e senza il quale non può esserci realmente nessuna salvezza…
Incontri precedenti
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