Celebrare la festa della famiglia…

Celebrare la festa della famiglia…

Come ci immaginiamo l’amore di Dio? Esiste al mondo una realtà concreta che ci aiuta a vedere con i nostri occhi com’è l’amore di Dio? Certo che esiste. È la famiglia. L’immagine di Dio si riflette nell’uomo e nella donna, nell’amore coniugale, scultura vivente che mette in mostra l’amore di Dio. Quell’amore che è paziente, benevolo, che non è invidioso degli altri, che non si vanta, e non si gonfia di orgoglio. quell’amore che , come dice San Paolo nel suo inno di 1 Corinzi 13, non manca di rispetto, non cerca il proprio interesse, non si arrabbia. Quell’amore che tutto scusa, tutto crede, tutto spera, tutto sopporta.

Ecco la famiglia, le nostre famiglie, dovrebbero essere il tempio di questo amore che lascia trasparire la potenza e la bellezza della presenza di Dio. Dico “dovrebbero” perché non sempre le nostre famiglie sono così, e per certi versi è naturale: l’amore come ce lo descrive san Paolo è un ideale da raggiungere, non il punto da cui partire. è l’ideale verso cui tutti siamo in cammino. E quali sono i passi di questo cammino? Ce li suggerisce Papa Francesco in un suo intervento fatto in occasione della Festa della Famiglia di quest’anno.

Primo passo: convertirsi dall’io al tu

È pericoloso quando, invece di ascoltarci, ci rinfacciamo gli sbagli; quando, anziché avere gesti di cura per gli altri, ci fissiamo nei nostri bisogni; quando, invece di dialogare, ci isoliamo con il telefonino; quando ci si accusa a vicenda, ripetendo sempre le solite frasi, inscenando una commedia già vista dove ognuno vuole aver ragione e alla fine cala un freddo silenzio.

Da qui l’invito:

Alla sera, dopo tutto, fare la pace. Mai andare a dormire senza aver fatto la pace, altrimenti il giorno dopo ci sarà la “guerra fredda”! Quante volte, purtroppo, tra le mura domestiche da silenzi troppo lunghi e da egoismi non curati nascono conflitti! A volte si arriva persino a violenze fisiche e morali. Questo lacera l’armonia e uccide la famiglia. Convertiamoci dall’io al tu.

Secondo passo: custodire le radici

La Santa Famiglia, ricorda Francesco  ci insegna che la famiglia è la storia da cui proveniamo. Gesù “cresce nell’abbraccio e nelle preoccupazioni dei suoi. La persona che siamo non nasce tanto dai beni materiali di cui abbiamo usufruito, ma dall’amore che abbiamo ricevuto. La famiglia ci ricorda che Dio ci viole insieme, grati, uniti, capaci di custodire le radici:

Forse non siamo nati in una famiglia eccezionale e senza problemi, ma è la nostra storia, sono le nostre radici: se le tagliamo, la vita inaridisce! Dio non ci ha creati per essere condottieri solitari, ma per camminare insieme.

Terzo passo: imparare ogni giorno

Ad essere famiglia si impara ogni giorno: con l’ascolto, camminando insieme, affrontando conflitti e difficoltà, sempre alla scuola della Santa Famiglia.

Anche nella Santa Famiglia non va tutto bene: ci sono problemi inattesi, angosce, sofferenze. Non esiste la Santa Famiglia delle immaginette.

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